STRINGERE OGGI NUOVE AMICIZIE

  • Autore dell'articolo: di T. Catalano
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I più recenti studi in ambito psicologico e pedagogico (si pensi, un esempio fra tutti, alla fondamentale opera di J. Bowlby, Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento) sottolineano che le amicizie, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, siano fondamentali per lo sviluppo del nostro benessere psicofisico, per la salute mentale e lo sviluppo della personalità. Se è vero dunque che l’uomo, come affermava Aristotele, rimane un animale politico che si esprime solo attraverso e dentro la comunità umana, l’amicizia, dato che lega insieme le persone, non può che avere un valore fondamentale per le nostre esistenze. Qual è, allora, il punto di vista specifico del Buddismo di Nichiren e del pensiero di D. Ikeda riguardo tale tematica?  

L’AMICIZIA NELLA CULTURA E NELLA FILOSOFIA OCCIDENTALE

Nella società occidentale, l’amicizia riveste una grande importanza. Fin dall’Antichità, ci si è profondamente interrogati sul suo significato. Gli antichi Greci utilizzavano il termine philìa: letteralmente amicizia, legame d’amore dove predomina la sfera affettiva, amore disinteressato (contrapposto al termine eros, che indica invece l’amore prettamente fisico e sessuale). Nell’Etica Nicomachea, Aristotele riflette sul ruolo della philìa nella vita degli esseri umani, individuando tre tipologie fondamentali: 1) l’amicizia fondata sull’utile (il vantaggio e guadagno personale), 2) sul piacere (la soddisfazione, il godimento personale), 3) sulla virtù (la migliore di tutte per il filosofo). Epicuro, fondatore della scuola filosofica che da lui prende il nome, ritiene che l’obiettivo ultimo della vita sia la felicità (che coincide per lui col piacere e la pace interiore definita atarassia): di conseguenza, vede assai positivamente l’instaurarsi di forme di amicizia fra le persone. Aborrendo infatti ogni forma di violenza – in primis la guerra -, Epicuro sostiene che proprio l’amicizia possa esercitare un ruolo fondamentale nel raggiungimento pacifico del piacere, dato che essa alimenta la solidarietà umana.
Un testo centrale per la filosofia romana è certamente il De amicitia di Cicerone. In quest’opera, l’autore confuta la concezione allora corrente di amicitia, intesa come mera alleanza politica tra due o più attori distinti, recuperando il concetto greco di philìa, che egli definisce piuttosto come una forma di legame basato sull’affettività, la solidarietà, l’humanitas (la compassione).
La riflessione filosofica intorno al tema dell’amicizia ritorna in auge nell’Ottocento, in particolare con Schopenhauer, l’autore de Il mondo come volontà e rappresentazione. Dopo aver respinto le concezioni convenzionali di amicizia e amore, definite delle mere illusioni usate dagli uomini per nascondere i propri istinti più egoistici, i propri cinici opportunismi, Schopenhauer -con un’operazione analoga a quella attuata da Leopardi ne La ginestra quando parla di social catena– esalta il ruolo della compassione, vista come l’unico mezzo in grado di trasformare la forza centripeta, ovviamente egoistica, dell’essere umano in una forza centrifuga, solidale, altruistica.

QUAL È IL PUNTO DI VISTA DEL BUDDISMO? I TESORI DEL CUORE
Soprattutto la concezione aristotelica presenta, in una qualche misura, non poche affinità con la cosiddetta teoria del valore elaborata da T. Makiguchi, primo presidente della Soka Gakkai. Per quest’ultimo, qualcosa crea valore quando produce bene, bellezza e guadagno. Ad un attento esame, le tre parole chiave di Makiguchi sono, concettualmente, assai vicine a quelle adottate da Aristotele per connotare le varie tipologie di amicizia (utile, piacere, virtù). Tuttavia, se nel filosofo greco, che per eccellenza ama le dicotomie, le categorizzazioni e le definizioni nette, i tre elementi si oppongono gli uni agli altri, in Makiguchi si fondono invece completamente, creando un tutt’uno. Dunque, è possibile affermare che un’amicizia che si definisca di valore non possa di per sé che produrre bene, bellezza e guadagno: il che significa fondarsi, allo stesso tempo, sull’utile, sul piacere (inteso come stare bene insieme) e sulla virtù di Aristotele. Ad ogni modo, nell’ottica del Buddismo, gli amici rappresentano dei veri tesori del cuore. Scrive infatti Nichiren: “Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore!” (RSND, 1, 755). Si avverte, quindi, tutta la profonda carica umanistica che anima il Buddismo di Nichiren, per il quale l’ascolto, l’attenzione, l’empatia, la parola insieme rivestono una capitale importanza. D. Ikeda divide le amicizie in tre distinti livelli:

“Al primo livello di amicizia, le persone stabiliscono tra loro legami di simpatia e affetto reciproco nel corso delle loro ordinarie attività quotidiane, e cercano di godersi la vita insieme. È un’amicizia basata sul comune divertimento, sul trascorrere insieme il tempo piacevolmente. Il secondo livello di amicizia è un po’ più profondo. Gli amici hanno i propri obiettivi, ognuno ha una chiara visione del genere di persona che vuole diventare, del tipo di futuro che vuole costruire, del tipo di contributo che desidera dare all’umanità. Essi si incoraggiano e si sostengono l’un l’altro mentre si sforzano di realizzare i propri sogni e di farsi strada nel mondo. Questa è un’amicizia basata sull’incoraggiamento reciproco. Il terzo livello di amicizia è il legame tra compagni che condividono gli stessi ideali, un’amicizia in cui ognuno è disposto a dare la vita per l’altro. Questo è il genere di amicizia che esiste nel mondo della fede”.

(D. Ikeda, Amore e amicizia, 37-38)

BUONI AMICI E CATTIVI AMICI
Nel Buddismo di Nichiren, si è soliti distinguere tra buoni e cattivi amici. I primi rappresentano coloro che apportano un contributo positivo alle nostre vite, perché ci aiutano nella nostra crescita personale e spirituale e nel creare valore, come infatti afferma D. Ikeda: Talvolta i vostri amici possono influenzarvi più dei vostri genitori o di chiunque altro. Quindi se vi fate dei buoni amici, interessati a migliorare e sviluppare se stessi, vi muoverete con loro in una direzione positiva. […] Alla fine, l’unico modo di farsi buoni amici è quello di diventare voi stessi buoni amici. Le persone valide attirano persone valide. […] Niente è più bello dell’amicizia creata tra persone che si stanno sfidando e si stanno incoraggiando a vicenda, in quanto lavorano per la realizzazione di uno scopo comune. Tali relazioni sono persino più belle di quelle tra genitori e figli, marito e moglie, o fra innamorati. Questo tipo di amicizia profonda è il segno, la vera fiamma dell’umanità. […]Associarsi a persone autodistruttive, comunque, può avere conseguenze dolorose, portandovi a toccare il fondo insieme a loro. Dovete avere il coraggio di non soccombere a tali influenze” (D. Ikeda, Amore e amicizia, 10-11). Per il principio di non dualità di vita e ambiente [Esho-funi – perché l’ambiente in cui ci troviamo è una grande opportunità • Il Volo Continuo] tutto ciò che si manifesta nel nostro ambiente (persone, luoghi, problematiche ecc.) non solo dipende dal nostro karma, ma è soprattutto lo specchio, il riflesso del nostro io interiore: per questo, se trasformiamo il nostro io attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo e il percorso di rivoluzione umana, cambiamo anche il nostro ambiente.
Premesso che il conflitto sia un fattore insito nella vita che si estende naturalmente all’intera vita relazionale dell’essere umano, nel momento in cui ci accorgiamo di esserci circondati di cattivi amici, o anche quando semplicemente litighiamo con qualcuno, dovremmo avere ben chiaro che rifugiarsi nel facile pensiero che sia solo e soltanto colpa degli altri non sia altro che un immergersi in una sorta di comfort zone. Al di là di chi abbia effettivamente ragione, se di ragione ha veramente senso parlare, se in noi, che abbiamo subito un torto, un tradimento o un’offesa, rimane astio, rancore o qualunque altra forma di sentimento negativo, ecco che il nostro stato vitale inevitabilmente calerà. Così facendo, entreremo nel mondo oscurato di chi ci ha fatto soffrire, allontanandoci dal nostro percorso di crescita e miglioramento personale. È complicato. Tuttavia, il punto dirimente è non lasciarsi sedurre dall’idea che la responsabilità delle nostre difficoltà, delle nostre sofferenze vada attribuita esclusivamente agli altri (il che, bisogna specificarlo con forza, non equivale affatto a dire che la responsabilità sia solo nostra). E allora? Dato che il Buddismo ci insegna che tutto dipende da noi, dovremmo forse pensare, in una qualche misura: “al di là di chi ha sbagliato o meno in questa faccenda, quanto potere ho dato io, personalmente, all’altra persona, perché giungesse al punto di influenzare la mia vita da un punto di vista negativo?” In ultima analisi, tutto risiede davvero in quanto potere e spazio di influenza su di noi diamo alle altre persone: perciò il punto centrale sta in quanto coraggio riusciamo a far emergere dalle nostre stesse vite attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo [Nam Myoho Renge Kyo: una pratica per arricchirsi di virtù! • Il Volo Continuo] e in quanto viviamo coerentemente con i valori buddisti, cioè col percorso di fede che abbiamo deciso di seguire.

LA GRATITUDINE: UN MODO RIVOLUZIONARIO DI CONCEPIRE I RAPPORTI UMANI
Per il Buddismo di Nichiren, all’interno del principio dei quattro debiti di gratitudine, rientra il debito di gratitudine verso tutti gli esseri viventi. A questo proposito, D. Ikeda scrive:

“Il primo debito è nei confronti di tutti gli esseri viventi. Solo grazie alla loro esistenza possiamo fare il voto di “salvare innumerevoli esseri viventi”, uno dei quattro voti universali dei bodhisattva (Siamo tutti Bodhisattva della Terra • Il Volo Continuo). Inoltre, senza gli ostacoli e le difficoltà causati da forze ostili, come potrebbero i praticanti del Sutra del Loto aumentare i loro meriti? Questa, dice il Daishonin, è un’altra ragione per nutrire apprezzamento nei confronti di tutti gli esseri viventi”

(D. Ikeda, Gli insegnamenti della vittoria, vol. 1. 736-737)

Perché mai provare gratitudine nei confronti di tutti gli esseri viventi? Ad una attenta analisi, è proprio in virtù della loro esistenza che noi possiamo formulare il voto di dedicare le nostre vite a sostenere tutte le persone [Il Voto: perché basare la propria vita su una decisione interiore così importante? • Il Volo Continuo]. Grazie agli sforzi che mettiamo nell’incoraggiare gli altri, nel nostro microcosmo individuale, trasformiamo le nostre esistenze, creiamo valore e contribuiamo alla costruzione di una società pacifica. Ma se non esistessero le altre persone, chi potremmo incoraggiare? E come potremmo creare valore? Ecco come si spiega la gratitudine nei loro confronti. Più in generale, quando proviamo dentro di noi gratitudine per qualcosa, ci accade di sentirci autenticamente felici insieme agli altri. Perciò, quando poniamo questo sentimento al centro delle nostre preghiere personali, riusciamo, di pari passo, a fare tesoro di ogni persona che conosciamo, così come ci esorta spesso D. Ikeda: diamo valore ad ogni singolo incontro che facciamo. In ultima analisi, espandiamo il nostro stato vitale e allarghiamo la cerchia delle nostre amicizie.  

SI VIS PACEM, PARA PACEM: SE VUOI LA PACE… PREPARA LA PACE!
Perché è così importante allora l’amicizia? Perché è così necessario costruire relazioni di valore nelle nostre vite personali? Ad un attento esame, si nota che, se è vero che essa cominci sempre, sulla piccola scala, dalla relazione di due o più singoli individui tra loro, sulla macro-scala, l’amicizia arriva a coinvolgere gruppi di persone sempre più vasti, fino a stringere e legare insieme i popoli più differenti: è così che essa pone le premesse e, al tempo stesso, le basi per la pace. Dunque, in ultima analisi, come potrebbero mai esserci autentiche relazioni di amicizia fra gli Stati, al fine di garantire il bene più prezioso per l’umanità, la pace, se prima non ci sono fra gli esseri umani? Si comprende così che, quando D. Ikeda ci esorta a essere innanzitutto noi dei buoni amici e afferma che la costruzione di relazioni di valore dipenda innanzitutto da noi, spronandoci nel nostro processo di profonda trasformazione interiore che prende il nome di rivoluzione umana [La rivoluzione umana: come la storia di trasformazione della nostra vita può influenzare chi ci circonda • Il Volo Continuo ], ci esorta a divenire la forza trainante del cambiamento: e questo significa, più profondamente, diventare dei costruttori di pace che contribuiscono, con l’esempio della loro vita personale, alla pace mondiale.