Imparare ad amarsi per comprendere l’altro

  • Autore dell'articolo: ilvolocontinuo.it
Armanda racconta come si può costruire una relazione genitore - figlia attraverso la fede partendo da sé
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La storia di Armanda

Ciao! Sono Armanda, ho 33 anni e pratico il buddismo da quando ne avevo 12.
I miei genitori si sono separati quando io e mio fratello eravamo piccoli; mio padre, musicista affermato, dedicava molto tempo alla sua carriera, rendendo perciò difficile coltivare un normale rapporto padre e figlia.

Quando avevo 15 anni, un evento ha stravolto la vita di tutta la mia famiglia: mia sorella Alice, che aveva 29 anni, è mancata improvvisamente a causa di una trombosi cerebrale. Di conseguenza, insieme a mia mamma, ci siamo trasferiti lontano da Genova, e quindi i rapporti con mio padre sono diventati ancora più difficili da mantenere. Mi sentivo abbandonata, non accettata e con una bassa autostima. In questa situazione mia mamma e mia nonna mi incoraggiavano a recitare Nam-myoho-renge-kyo, ma io non ne capivo il senso profondo. Ho cominciato a trascurare gli studi e mi sono lasciata trascinare da amicizie poco raccomandabili facendo uso di stupefacenti.

A 17 anni ho rimesso al centro della mia vita la pratica buddista, arrivando a decidere di iscrivermi in una scuola privata per recuperare gli anni persi, e, come primo beneficio, mio padre ha contribuito alle spese scolastiche. Questo riavvicinamento mi ha incoraggiata a passare più tempo con lui, tanto che mi sono trasferita a casa sua, riaccendendo anche la mia passione per il canto.

Ero entusiasta, ma con il tempo il grande dolore e la rabbia che portavo dentro hanno iniziato a emergere. Così, sull’onda dell’emotività, ho deciso di andare via abbandonando tutto, studi compresi. Mi sentivo carica di collera verso me stessa e verso la mia famiglia.
Ho cominciato a praticare il buddismo con assiduità, ho deciso di ricevere il Gohonzon ed entrare a far parte della Soka Gakkai, per contribuire a kosen-rufu nella mia zona in maniera indipendente. Per me, prendermi cura degli altri è stato l’inizio di una profonda rivoluzione interiore:

Chi abbraccia gli altri con compassione e si dedica alla missione di realizzare la pace, impegnandosi al tempo stesso a portare avanti la propria rivoluzione umana, avrà il cuore ricolmo di gioia

Daisaku Ikeda, Che cos’è la Rivoluzione Umana, p. 13;

Praticando più assiduamente e in maniera corretta ho compreso che concentravo tutti i miei pensieri unicamente su me stessa, sui miei problemi e sul mio passato; ma la rivoluzione umana che mi sono impegnata a fare consiste in una trasformazione interiore attraverso la quale ci liberiamo dalle catene del nostro “piccolo io”, imprigionato dall’ego e dall’autocommiserazione, e accresciamo l’altruismo del “grande io” capace di preoccuparsi e di agire per le altre persone.
Il beneficio di questo nuovo atteggiamento pieno di speranza e coraggio è stato decidere di riprendere gli studi, e in un anno mi sono diplomata!

Tuttavia, nel corso del lockdown, la sofferenza che provavo per i miei rapporti familiari ha cominciato a riemergere. A tal proposito Nichiren Daishonin scrive:

[…] L’inferno è nel cuore di chi interiormente disprezza suo padre e trascura sua madre. […] È come il seme del loto che contiene al tempo stesso il fiore e il frutto. Anche il Budda dimora nei nostri cuori.

Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, IBISG, vol. 1, pag. 1008;

Grazie a questa sofferenza, con coraggio ho deciso di videochiamare mio padre ogni giorno. A maggio 2021 mi ha telefonato la sua compagna per informarmi che mio papà si era ammalato gravemente di Covid, e a causa delle complicanze conseguenti, gli sarebbero rimasti pochi mesi di vita. Ho da subito deciso di affidarmi al Gohonzon, recitando Nam-myoho-renge-kyo per non immobilizzarmi.
Insieme alla compagna di mio padre abbiamo deciso di cercare altri pareri medici viaggiando per tutta Italia. È stata un’occasione per approfondire il buddismo: dopo tre giorni ha cominciato a praticare, siamo riuscite a trovare una cura sperimentale e dopo un mese papà è potuto tornare a casa e continuare lì le cure.

Ho recitato per la felicità di mio papà, passando ogni weekend a casa sua per sostenerlo e per sciogliere ogni rancore. In quel frangente ho compreso la sua sofferenza, provando compassione e gratitudine: senza di lui non sarei in questo mondo e non avrei mai approfondito la mia fede.

A luglio 2022 la sua salute è drasticamente peggiorata. Era nella fase terminale della malattia. Arrivata in ospedale con mio fratello siamo entrati nella stanza e papà stava ascoltando Nam-myoho-renge-kyo con le cuffiette alle orecchie. Ho provato un’emozione molto forte, seguita da una gratitudine e una gioia immensa.
Dopo poco è entrato in coma. Per i quattro giorni passati in ospedale ho parlato della pratica buddista alla figlia della compagna di papà, che ha recitato insieme a noi. Aprire la mia vita a un’altra persona in quel momento mi ha fatto provare gioia nel dolore. Da quel giorno non ha mai smesso di praticare.

La vita di mio padre si è prolungata di due anni, ha conosciuto la pratica buddista e io ho avuto l’opportunità di costruire con lui un rapporto di rispetto, stima, dolcezza e amore. Papà era un musicista e io sono una cantante, e per questo motivo ho deciso di portare avanti questa eredità e non sopprimere più le mie passioni per paura e insicurezza.

Subito dopo, è successo che un’amica di mio padre mi ha proposto di entrare a far parte della
sua compagnia musicale, e dopo un anno esatto dalla morte di papà ho fatto un concerto in una piazza genovese! Durante l’esibizione ho percepito il cambiamento che era avvenuto nel mio cuore: ho cantato desiderando di trasmettere la gioia che stavo provando ed è stato un vero successo.
Sono determinata a continuare con la mia pratica con coraggio e diligenza per mantenere uno stato vitale che mi permetta di considerare ogni ostacolo e difficoltà come opportunità per portare avanti la mia rivoluzione umana e, come afferma il nostro maestro Daisaku Ikeda, contribuire alla costruzione di una società pacifica basata sul rispetto della dignità della vita.

Oggi, sono determinata a condividere a sempre più persone la bellezza della pratica affinché ognuno possa contribuire alla pace mondiale, realizzarmi al 100% nella mia carriera artistica e intraprendere una relazione sentimentale di valore. Grazie!