La fortuna di incontrare il Buddismo da giovani

  • Autore dell'articolo: ilvolocontinuo.it
Annalisa racconta le sfide che hanno caratterizzato la sua crescita
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La storia di Annalisa

Mi chiamo Annalisa, ho 26 anni e ho iniziato a recitare Nam-myoho-renge-kyo quando ne avevo 17. In quel periodo avevo intensi attacchi d’ansia che si presentavano anche diverse volte al giorno.

Se prima ero una bambina solare e impavida, in adolescenza iniziai a sentirmi arrabbiata, profondamente sola e impaurita all’idea di esprimere le emozioni. Iniziare a praticare il Buddismo riaccese la luce nella mia vita e, durante la scuola superiore, feci le mie prime esperienze di fede: diventai la rappresentante d’istituto donna più votata nella storia del mio liceo, mi aprii con la mia famiglia, iniziai un percorso di psicoterapia e poco dopo incontrai anche l’amore, la persona che ho accanto ancora oggi. Ero incoraggiata dalle parole del maestro Daisaku Ikeda:

Per chi possiede lo spirito di sfidarsi non esiste una strada senza via d’uscita. Come afferma un detto latino “La fortuna aiuta gli audaci”, tutto parte dalle nostre azioni. Nel momento in cui iniziamo ad agire, la saggezza scaturisce da dentro di noi.

Daisaku Ikeda, La mappa della felicità, 27 giugno;

Tuttavia, finito il liceo, mi iscrissi alla facoltà di Giurisprudenza con molte perplessità. Sono sempre stata una persona creativa, ma mi ero convinta che di arte non si potesse vivere. Eppure, nei due anni successivi mi resi conto di non essere soddisfatta della mia scelta. L’abitudine a soffrire in silenzio mi aveva portata, ancora una volta, a capire di aver messo da parte la mia felicità solo quando mi ritrovai di nuovo a dover gestire ricorrenti attacchi di panico. Senza accorgermene, mi ero chiusa di nuovo in me stessa, piena di sensi di colpa.

Non riuscivo più a recitare tanto Daimoku, era uno sforzo difficile da superare, ma mantenni una costanza, consapevole che ne avrei tratto benefici. In questa lotta interiore non ero mai sola: casa mia era aperta alle riunioni buddiste e piena di giovani praticanti. Fu proprio grazie a questi invisibili sforzi che raccolsi il coraggio per abbandonare giurisprudenza e, parallelamente, superai il test d’ingresso per la facoltà di Fashion Design all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Decisi che avrei provato con la mia vita che di arte si può vivere, e per la prima volta, percepii un forte senso di gratitudine per essermi trovata a vivere quella precisa situazione.

Dopo il Covid-19,a settembre 2022 mi trasferii a Napoli per terminare i miei studi in Accademia. Mi spaventava molto l’idea di vivere da sola, ma desideravo sfidare i miei limiti e stringere nuovi legami di amicizia.
Poco dopo aver preso questa decisione ebbi l’opportunità di svolgere uno stage per un evento internazionale di design che si teneva proprio in città, ricevendo complimenti per la mia diligenza e pazienza.

Il 28 ottobre 2022 mi sono laureata in Fashion Design, con una tesi incentrata sulla rivoluzione umana come unica strada possibile per la trasformazione del fashion system, decisa a mettere in risalto le difficoltà dei lavoratori basandomi sulla teoria della “competizione umanitaria” del maestro Tsunesaburo Makiguchi, in cui egli immaginava:

Un tempo in cui popoli e nazioni avrebbero gareggiato – secondo il senso originale della parola competizione come “cercare insieme” – per contribuire al massimo alla felicità e al benessere dell’umanità

Daisaku Ikeda, L’Educazione Soka, p.6;

Pochi giorni dopo la laurea, la docente che mi aveva maggiormente ispirata durante il percorso accademico, mi propose di farle da assistente. Attualmente, grazie a questa meravigliosa opportunità, sto facendo delle esperienze lavorative incredibili, entrando in contatto con realtà che non conoscevo e con cui condivido speranze per il futuro, costruendo legami di profonda fiducia e stima. Vivo una lotta costante con le mie insicurezze, ma piena di gioia e sogni, decisa a manifestare il mio pieno potenziale in ogni momento e in ogni luogo mi trovi. Nel mio cuore è inciso questo incoraggiamento del maestro Ikeda:

Vi prego, non trascorrete la vostra giovinezza sfuggendo le difficoltà e imboccando la via più facile. Intraprendete sfide difficili e lavorate sodo. E se doveste affrontare difficoltà, fatelo in nome di un alto ideale. Non restate chiuse nel vostro piccolo guscio, accingetevi a studiare con il grande scopo di aiutare i vostri amici e contribuire al benessere della società e dell’umanità intera. […] Inoltre, più grandi saranno i vostri obiettivi, maggiore sarà la crescita che realizzerete. Quando vi ponete un grande obiettivo siete in grado di sopportare e affrontare qualsiasi ostacolo o difficoltà vi si pari dinanzi.

Daisaku Ikeda, Corriamo insieme verso kosen- rufu, pp. 50-51;

In quanto esseri umani, è normale scoraggiarsi e non credere in se stessi. Ma quello che posso dire oggi è che, grazie alla pratica buddista, riesco a coltivare la speranza continuando a lottare per superare i miei limiti e sperimentare una felicità vera e sconfinata.