Credere nell’infinito potenziale di ogni essere umano – la storia di Helen Keller

  • Autore dell'articolo: Chiara De Mastro e Roberto Tarantino
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Helen Keller (1880-1968), famosa scrittrice, avvocatessa e attivista americana, rappresenta un esempio di forza e speranza che riesce ad ispirare qualsiasi persona entri in contatto con la sua storia a decidere di vincere sui propri limiti: un incoraggiamento sulle capacità di ogni essere umano a superare le difficoltà.

Diventata sordo-cieca a pochi mesi dalla nascita, è riuscita a trasformare la sua esistenza in un capolavoro, realizzando i suoi sogni e dedicando la vita al servizio degli altri; per rendere il mondo un posto in cui ognuno ed ognuna possa scoprire la dignità inerente alla propria vita e trovare la felicità lottando per i propri obiettivi. 

«Il modo per crescere veramente – affermò – è aspirare ad andare oltre i propri limiti, nutrendo sublimi desideri di grandi cose, e lottando fino in fondo per realizzarli. Quando agiamo al massimo delle nostre possibilità, non sappiamo mai quale miracolo sia scritto nella nostra vita e nella vita di un altro».

 Il Nuovo Rinascimento, le donne delle rivoluzioni silenziose, n° 421, 1 Giugno 2009.

L’eredità della forza spirituale

L’incrollabile fiducia nel potenziale di ogni essere umano e lo spirito ottimista e combattivo che caratterizzano profondamente la sua storia sono stati trasmessi dalla sua insegnante, Anne Sullivan. Infatti, mentre la sua famiglia e l’ambiente che la circondavano riuscivano solo a vedere i suoi limiti fisici, Anne è stata l’unica che per prima ha creduto nel suo pieno sviluppo e, tramite un metodo di insegnamento innovativo per quell’epoca, le ha insegnato con pazienza e fiducia a comunicare, a leggere, a scrivere e poi a parlare. Helen scrisse parole piene di gratitudine per la sua insegnante:

«Non ha adattato il suo metodo ai miei limiti, ma ha valorizzato le mie doti interiori affinché io potessi diventare capace di seguirlo».

D.Ikeda, Il Nuovo Rinascimento, In marcia verso la pace, n°513, 1 Giugno 2013.

Anne Sullivan, fin dall’infanzia, ha dovuto affrontare diverse avversità, tra cui la perdita di suo fratello molto giovane nell’orfanotrofio a cui erano stati affidati e un’intensa battaglia contro la cecità che le ha permesso poi, tramite un’operazione, di riottenere parte della vista. Si è impegnata instancabilmente nel trasformare la propria vita e vincere sui propri limiti, dedicandosi a far sgorgare la stessa forza all’interno di ogni altro essere umano. 

Una forza che si espande

Questo “voto” rappresenta l’essenza del suo rapporto con Hellen. Con pazienza e amore, le è rimasta costantemente accanto, trasmettendole la fiducia incrollabile che nutriva nelle sue capacità. Alle volte lo faceva con un atteggiamento deciso e forte, alle volte la lasciava libera di esplorare e di conoscersi, ma sempre rispettando la sua personalità e la sua unicità. Inoltre, ogni piccolo traguardo raggiunto da Hellen rappresentava un trionfo di gioia per entrambe.

Grazie a questo profondo legame, andando oltre ogni pregiudizio e superando una difficoltà dopo l’altra – tra cui la morte di suo padre – Hellen si è laureata a pieni voti all’Università di Harvard, divenendo così la prima persona cieca a laurearsi in un college. Facendo proprio lo spirito della sua insegnante, è diventata sostenitrice della pace e della felicità portando le sue richieste di riforme sociali in tutto il mondo.

«Grandi cose possono essere realizzate quando alti ideali vengono trasmessi fedelmente da cuore a cuore, da maestro a discepolo»

D.Ikeda, Il Nuovo Rinascimento, Un linguaggio globale, n°334, 1 Settembre 2005.

scrive Daisaku Ikeda, che ha sempre avuto a cuore la trasmissione di questo prezioso legame. 

Trasformare qualsiasi sofferenza

«Se si è in grado di godere del sole, dei fiori e della musica in un luogo in cui non c’è nulla oltre al buio e al silenzio, allora si sta sperimentando l’esistenza del senso mistico».

 Keller H., My Religion, The Book Tree, San Diego, 2007

Helen Keller ha mostrato attraverso il suo esempio che anche anche nella più profonda condizione di sofferenza e impotenza si può gioire della vita, avanzare raccogliendo tutte le forze a propria disposizione e creare un enorme valore nell’ambiente.
Che cosa fa la differenza in situazioni di questo tipo? Nel corso della vita siamo gettati in un mondo che a volte ci può sembrare poco accogliente, pieno di complessità e difficoltà di ogni tipo. Ne Il Daimoku del Sutra del Loto Nichiren Daishonin scrive: «Myo vuol dire “pienamente dotato”, che a sua volta significa “perfetto e completo»1, «Il carattere myo significa aprire»2 e «Myo significa rivitalizzare, rivitalizzare significa ritornare a vivere»3. L’elemento che segna veramente la differenza è se siamo in grado di risvegliarci o meno alla nostra missione unica nella vita. A prescindere dalle circostanze in cui ci troviamo quindi, una volta che ci risvegliamo alla nostra missione, possiamo far sorgere il sole nel nostro cuore e rigenerare la nostra vita che è originariamente meravigliosa.

Proprio come Hellen e Anne ci mostrano, la forza dei legami sinceri basati sulla profonda fiducia nell’infinito potenziale dell’altro è la forza motrice per uno sviluppo senza limiti. Riuscire a percepire questa forza dentro di noi come negli altri, ci aiuta a costruire un cuore forte e che può abbracciare qualsiasi cosa.

Allo stesso modo, il Buddismo di Nichiren insegna il mezzo che permette di percepire nitidamente il potenziale inerente alla nostra vita e in quella degli altri. Tramite la recitazione di Nam myoho renge kyo, anche quando le circostanze avverse della vita potrebbero offuscare la capacità di cogliere questo potenziale, siamo nuovamente in grado di riconoscerlo, trasmettendo questa stessa consapevolezza agli altri.

Chiunque decida di trasformare le sofferenze in questo modo otterrà la massima felicità.

1 RSND, 1, 128
2 Ibidem, 127
3 Ibidem, 132, n.d.r.