Come sviluppare una forte identità e superare i propri limiti

  • Autore dell'articolo: ilvolocontinuo.it
Eleonora racconta di come superando i propri limiti interiori e andando oltre la paura del giudizio sia riuscita davvero a esprimere se stessa
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La storia di Eleonora

Mi chiamo Eleonora, ho 26 anni, vivo in Sardegna e pratico dal 2017.
Da quando ho memoria, l’unica cosa per cui nutro passione è l’arte. In particolare, il teatro e il cinema hanno accompagnato ogni istante della mia infanzia e attualmente frequento l’indirizzo di Spettacolo della facoltà di Beni Culturali della mia città.

Nonostante la forte passione per il cinema e il mondo dello spettacolo in generale, ho sempre avuto grandi difficoltà a espormi ed esprimermi nel mondo artistico. In particolare, trovavo fastidioso il suono della mia voce e non solo, pur amando scrivere, l’insicurezza che provavo mi impediva di lasciarmi andare e far leggere a qualcun altro i miei scritti.

Ma il Buddismo insegna l’importanza di continuare a svilupparsi rimanendo fedeli a se stessi senza rinunciare ai propri sogni. Così, grazie alla costante recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, sono riuscita a trovare il coraggio di superare le mie paure e a entrare a far parte di una compagnia di musical.

Con lo scoppio della pandemia, iniziò un periodo difficile in cui smisi di studiare e di fare teatro. Iniziai a soffrire di attacchi di panico e non uscii di casa per mesi. Per fortuna ogni giorno potevo attingere dagli incoraggiamenti del mio maestro, Daisaku Ikeda che, in un passo tratto dal libro Che cos’è la Rivoluzione Umana scrive:

Chi vive risolutamente con uno spirito invincibile, riuscendo a risollevarsi dall’abisso della disperazione come la fenice che risorge dalle sue ceneri, ha molte più probabilità di realizzare una brillante vittoria di chi non ha mai sperimentato fallimenti o delusioni. Non dovremmo aver paura dei fallimenti o degli errori di per sé, ma solo dell’essere sconfitti.

Daisaku Ikeda, Che cos’è la Rivoluzione Umana, p. 254;

Iniziai a recitare un’ora di Daimoku al giorno e subito riacquistai la speranza nel fatto di potermi dedicare alle mie passioni anche in quella situazione che mi sembrava senza via d’uscita. Recitavo Nam-myoho-renge-kyo con l’obiettivo di trovare un’attività che avesse a che fare con il cinema. A ottobre 2022 mi arrivò una mail dalla radio universitaria della mia città, stavano cercando giovani studenti per partecipare a un Corso di critica cinematografica radiofonica!

Ero entusiasta e preoccupata allo stesso tempo, perché in quella situazione ero costretta ad affrontare la mie insicurezze riguardanti la mia voce. In un primo momento, infatti, continuai a sentirmi inadeguata, ma piano piano, si insinuò dentro di me un pensiero molto semplice ma determinante: recitare Nam-myoho-renge-kyo è come cantare, ed è un canto che ogni essere umano può intonare. Questo pensiero mi restituì la fiducia in me stessa e nella mia voce.

Durante il corso, mi impegnai con tutta me stessa e con grande sorpresa un docente mi fece i complimenti per le recensioni che avevo scritto e mi disse che avevo una bella voce! Rimasi molto colpita dalle sue parole.
La cosa più importante che compresi è che, in un ambiente in cui è facile paragonarsi agli altri e svilirsi, credere nel nostro unico potenziale e continuare a svilupparci, permette di far fiorire la nostra vita e aiutare gli altri a fare lo stesso.

Poco tempo dopo, infatti, il direttore della radio universitaria mi propose un tirocinio nella sua redazione per curare la rubrica di cinema. Durante il tirocinio, io e altre due colleghe fummo scelte anche per far parte di un programma di approfondimento cinematografico, che mi ha permesso di conoscere diverse personalità nel mondo del cinema e di intervistare anche un attore di fama internazionale.
Grazie a questa esperienza ho imparato ad accettarmi, ad avere il coraggio di buttarmi nelle situazioni mettendoci sempre la faccia e la voce! A questo proposito, Daisaku Ikeda scrive:

È giusto essere proprio quello che si è. […] Ciò detto, c’è una differenza tra “essere quello che si è” e “rimanere così come si è”. Se riflette profondamente sulla sua identità e sullo scopo della sua vita farà sbocciare il fiore della sua missione in questa esistenza.

Daisaku Ikeda, Che cos’è la Rivoluzione Umana, p. 116;