Vite parallele – Plutarco

  • Autore dell'articolo: Veronica Trovò
Per esserci vera educazione c'è bisogno di dialogo fra i popoli... Le Vite Parallele rappresenta una delle opere più importanti di Plutarco.
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Abbattere le barriere culturali con la determinazione

Il fine dell’educazione è quello di dare equilibrio allo spirito, di non opprimerlo sotto il peso delle cose umane così come delle cose divine, di non lanciare i giovani nel mondo astratto dei sogni, ma nemmeno di stritolarlo con la ferrea catena di una realtà inumana. Bisogna insomma lasciare un po’ di spazio alla speranza.

Plutarco, Vita di Alessandro

Per esserci vera educazione c’è bisogno di dialogo fra i popoli… Le Vite Parallele rappresenta una delle opere più importanti di Plutarco. Questo storico e biografo del II secolo d.C. viene influenzato nel corso della sua vita dalle mille sfaccettature che offre l’Impero Romano, un impero bilingue, dove cultura greca e latina si incontrano.

All’interno di questo scenario culturale che si svolgono le Vite Parallele, scritte per delineare analogie, differenze fra personalità di spicco del mondo greco e romano. Quest’opera è unica nel suo genere poiché non si limita a fare un confronto, ma crea un ponte fra due mondi, due culture, due civiltà. Al centro della narrazione non vi sono eventi, ma i protagonisti con il loro carattere, i loro vizi e le loro virtù; nessuno poteva rappresentare meglio la perfetta commistione di grandezza e bassezza, di bene e male, di cui è fatto l’uomo, meglio dei due più celebri condottieri della storia, Alessandro Magno e Giulio Cesare.

Cosa accomuna queste due figure, diverse fra loro per cultura, periodo storico, età? La determinazione! Da una parte abbiamo Alessandro Magno, un giovane valoroso, coraggioso, colto, carismatico. Nel giro di pochissimi anni ha creato un regno che per estensione geografica non è paragonabile a nessun altro; parte dalla Macedonia, attraversa la Grecia, l’Egitto e arriva fino al fiume Indo in Asia… Aveva il sogno di creare “un impero universale”! La sua determinazione diede vita a nuovi legami tra popoli, intensificando i contatti e gli scambi tra culture e civiltà diverse. Questa fu la sua grande opera in vita.

Dall’altra parte abbiamo Giulio Cesare, egli fu un grande generale, ingegnoso, intelligente, ambizioso. Con la conquista della Gallia portò il dominio della Repubblica Romana fino all’Oceano Atlantico e al Reno. La sua vita politica fu un esempio lampante di come un solo uomo potesse arrivare a dominare uno stato grazie alla determinazione. Cesare pose le basi della trasformazione di Roma da repubblica ad impero.

Daisaku Ikeda scrisse che “la determinazione sincera dell’individuo comune è sempre la forza trainante della storia” (BS, 173), e questi sono due personaggi che la storia l’hanno scritta, che hanno vinto, perché la forza della loro determinazione, unita alla loro incrollabile speranza, volta alla creazione di un mondo multietnico e pacifico, ha reso l’impossibile in possibile!