Tirar fuori la speranza da dentro di me

  • Autore dell'articolo: ilvolocontinuo.it
Daniele racconta di come le difficoltà gli hanno permesso di incoraggiare se stesso e gli altri

La storia di Daniele

Mi chiamo Daniele, ho 41 anni, vivo a Genova e pratico il Buddismo dal 2010.
Lavoro come libero professionista, mi occupo di insegnamento delle lingue e di scrittura di testi di vario genere. Nel marzo 2020, capii che avrei perso buona parte del mio fatturato, e difatti andò proprio così: persi la maggior parte dei miei lavori. Inizialmente provai frustrazione, anche perché mia moglie era incinta al settimo mese, ma grazie all’allenamento della pratica buddista, riuscii a reagire istantaneamente, chiedendomi come avrei potuto sfruttare al meglio quella situazione apparentemente negativa.

Da qualche tempo avevo iniziato ad approfondire una tematica che trovavo interessante: il traffico di esseri umani nello sport. Avendo già raccolto diverse testimonianze ed essendomi documentato molto, decisi di non farmi influenzare dalla paura che provavo in quel momento e, invece, di cogliere l’occasione del lockdown per provare a scrivere un libro su questo argomento, così ad aprile contattai un editore. Lui manifestò interesse, con la condizione però di completare la stesura entro la fine dell’estate.

Nel frattempo, la gravidanza di mia moglie era proseguita bene, ma appena la accompagnai all’ospedale per il parto si manifestarono alcune complicazioni per lei e per il bambino. Non avevo notizie, se non tramite i messaggi che mi scriveva nei brevi intervalli in cui stava un po’ meglio. Trovandomi in una condizione infernale di grande preoccupazione, mi ricordai di un insegnamento del secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda: la fede si manifesta nei momenti cruciali, così decisi che avrei recitato Nam myoho renge kyo senza sosta per la loro salute.

Dopo due giorni venni chiamato per andare all’ospedale, perché la nascita del bambino sembrava imminente. Tutto pareva procedere bene ma io continuai a recitare daimoku durante tutto il tragitto e in sala d’attesa, pensando alle parole di Nichiren Daishonin quando afferma:

Il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni: se viaggi per undici giorni e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale?

Lettera a Niike, RSND, 1, 911

Per una complicazione si era resa necessaria all’ultimo secondo una manovra altamente rischiosa per il bambino, che tuttavia il medico fu in grado di eseguire alla perfezione, senza provocargli danni. Così, il 3 maggio, è nato Michele.

Passata l’euforia per la nascita di mio figlio, rimaneva il problema del lavoro, per cui dedicai anima e corpo e che si concluse con l’effettiva pubblicazione del mio libro a maggio 2021! Aver dedicato quel “tempo libero” durante il lockdown a scrivere di una tematica a me così cara, ha portato altri benefici a livello lavorativo: una ONG che si occupa del tema del mio saggio mi ha proposto di fare da speaker in diversi consessi. Per esempio, ho tenuto una lezione online davanti ad alcuni rappresentanti dei club della Premier League, il campionato di calcio più seguito al mondo, e sono stato invitato come esperto a un Master online organizzato dalla FIFA. Da allora vengo persino invitato dalle scuole, e quando incontro gli adolescenti il mio unico scopo è spronarli a mettersi in discussione e andare oltre le apparenze. In altre parole, cerco di usare una tematica che sta loro a cuore, lo sport, presentandola da un punto di vista originale, per aprire loro scenari impensati e invogliarli ad approfondire l’interconnessione tra diversi fenomeni.

Nonostante queste opportunità di cui sono grato, gli ultimi due anni sono stati difficili e pieni di preoccupazione. L’impossibilità di usare i mezzi di trasporto o di accedere a locali pubblici stava rappresentando un grosso ostacolo per alcune attività lavorative, nonché per la mia vita sociale. L’ansia generata da questa situazione si stava ripercuotendo su di me anche a livello fisico: dormivo poco e in tanti momenti mi sono sentito privo di speranza. A tal proposito, mi ricordai di un incoraggiamento del mio maestro, Daisaku Ikeda:

Alzarsi da soli significa tirar fuori da dentro se stessi la speranza e sviluppare un io incrollabile.

Daisaku Ikeda, Il mondo del Gosho, p. 184;

Provai vergogna per la mia autocommiserazione e pensai: se non ho io stesso speranza, come posso spronare gli altri ad averne? Nei primi giorni di gennaio stabilii quindi un obiettivo economico ambizioso e mi impegnai al massimo per incoraggiare le persone intorno a me a non perdere mai la speranza in nessun caso. In poco tempo, sentii di nuovo sgorgare un profondo senso di gioia da dentro di me e, in concomitanza con questo mio cambiamento interiore, ricevetti un’offerta incredibile: una società sportiva della mia regione aveva ingaggiato degli allenatori e dei giocatori stranieri che avevano urgentemente bisogno di imparare l’italiano, e per passaparola erano risaliti a me.

Da quel momento è iniziata una collaborazione che continua ancora, e che mi ha dato sia soddisfazione economica sia dal punto di vista umano, perché con tutte quelle persone si è creata una relazione anche al di fuori del lavoro.
Puntando al 2030, i miei nuovi obiettivi sono scrivere altri due libri su tematiche connesse al mondo dello sport e far conoscere il potere della gioia che deriva dalla fede nel Buddismo a più persone possibili!