Quello che siamo adesso è solo il punto di inizio

  • Autore dell'articolo: Michele G.
Michele ci racconta di come ha vinto contro la sua insicurezza e di come sia stata proprio questa lotta a permettergli di inseguire e realizzare i suoi sogni

Mi chiamo Michele, ho 38 anni e sono nato e cresciuto a Genova. I miei genitori praticano il buddismo da prima che nascessi, ed è grazie a loro se a 15 anni ho iniziato a recitare Nam myoho renge kyo.  

Quando ho iniziato a praticare il buddismo mi sono da subito trovato a fare i conti con il mio pessimo carattere. Pur essendo sempre stato molto sensibile, per paura di essere ferito e giudicato, adottavo come scudo protettivo l’aggressività e la collera: non riuscivo ad esprimere gioia nei confronti di niente e di nessuno e il mio rendimento scolastico era pessimo. Grazie alla recitazione quotidiana di Nam myoho renge kyo e agli insegnamenti del mio maestro, Daisaku Ikeda, ho iniziato a desiderare di trasformare la mia vita. Così, terminato il liceo mi sono iscritto al DAMS e, poco prima di concludere la triennale, ho trovato lavoro in un’azienda che mi permetteva di mettere a frutto le mie competenze. 

Nel frattempo, il mio atteggiamento stava radicalmente cambiando: volevo crescere come individuo e migliorarmi. Ogni volta che mi sembrava di crollare nelle mie vecchie tendenze, ricercavo negli insegnamenti di Daisaku Ikeda la chiave per uscirne. 

Tutto ciò mi sarebbe stato fondamentale negli anni che seguirono: avendo trovato lavoro prima della laurea, rimandai la stesura e la discussione della tesi a un momento futuro in cui sarei stato più libero e tranquillo. Senza accorgermene, questa decisione divenne una trappola senza uscita: passarono gli anni e iniziai a maturare un forte senso di umiliazione nel riconoscere che non ero andato fino in fondo. In quell’arco di tempo, pur fingendo che il problema non esistesse, mi capitava spesso di svegliarmi la mattina con addosso una sensazione di totale rassegnazione. Un giorno, a distanza di dieci anni, recitando Nam myoho renge kyo, mi ricordai di aver promesso al mio maestro Daisaku Ikeda che, nonostante tutto, mi sarei laureato. Il voto fatto al mio maestro fu per me il carburante per decidere di chiudere definitivamente quel capitolo. Per gradi ho vinto sulla mia resistenza interna e ho ricominciato a credere nel progetto e, alla fine, mi sono laureato con 109/110. Prima di iniziare a praticare il buddismo, non avrei mai provato a laurearmi se non avessi avuto la certezza che con la mia tesi avrei preso il massimo dei voti. E invece, in quell’occasione, ero davvero felice del risultato ottenuto, perché ho percepito di aver vinto contro la mia insicurezza. 

Recentemente, grazie a Instagram e per un futile caso, la mia tesi è stata letta da un editore che mi ha proposto di pubblicarla, e, ad oggi, è diventata un libro! 

Grazie a questa esperienza ho compreso che solo quando la vita diventa un susseguirsi di sfide si possono sperimentare gioia e felicità sincere. E proprio per questo motivo, dopo 14 anni di lavoro come dipendente, l’anno scorso mi sono licenziato e ho deciso di intraprendere un nuovo percorso come libero professionista con l’obiettivo di manifestare ogni giorno le mie caratteristiche peculiari e vincere sulla mia insicurezza. 

Ad oggi mi rendo conto che ero partito essendo una persona arrogante e aggressiva, diventando poi un punto di riferimento per molte persone sia sul lavoro che nella vita personale. Ogni volta che mi trovo in difficoltà e che la mia vita sembra arrivare a un punto morto, ritorno sempre agli incoraggiamenti del presidente Ikeda, che non si è mai arreso di fronte a nulla.  

Proprio per questo motivo, la mia determinazione per il futuro è di continuare a recitare Nam myoho renge kyo fino alla fine, qualunque cosa accada, per costruire solide fondamenta che mi permettano di realizzarmi professionalmente, coronando il sogno che ho sempre avuto da bambino, ovvero lavorare nel campo degli audio-visivi per ispirare le persone! 

Concludo con un incoraggiamento del presidente Ikeda: 

È sbagliato pensare che quello che siamo in questo momento sia tutto quello che possiamo essere. Gli esseri umani hanno la capacità di cambiare, quello che siamo adesso è solo il punto di inizio di un sé futuro ancora più meraviglioso.

Cos’è la Rivoluzione Umana, p. 125