Eleonora Renda:
Ciao a tutti, ciao Giulia benvenuta. è un piacere averti qui!
Oggi insieme approfondiremo la prima delle 5P che racchiudono gli SDGs dell’Agenda 2030: la P di Persone.
Tu con il tuo lavoro ti stai impegnando in questo ambito, cosa fai nello specifico?
Giulia Fiore:
Ciao a tutti! è un piacere per me essere qui. Io lavoro a Ferrara, al Centro Servizi per il Volontariato e presso un’associazione chiamata “Il Mantello” che gestisce un emporio solidale, progetto di comunità a contrasto delle povertà. L’emporio nasce con l’obiettivo di supportare e sostenere le persone in difficoltà socio-economiche e a rischio di isolamento relazionale, aiutandole a fare un percorso di trasformazione volto a migliorare la loro situazione, evitandone la cronicizzazione.
Le persone che entrano a far parte del progetto iniziano questo percorso firmando, insieme ai volontari, un patto di corresponsabilità. Questo percorso prevede la possibilità di fare la spesa gratuitamente per un periodo di 12/18 mesi, grazie ad un sistema di spesa a punti. Dopo, insieme si individuano dei piccoli obiettivi di miglioramento da raggiungere grazie al supporto dei volontari.
L’intero cuore del progetto è la relazione di reciprocità. Il nostro obiettivo non è solo quello di analizzare i bisogni delle persone, ma è soprattutto quello di scoprire le risorse che possiedono. Come progetto di comunità, inoltre, l’emporio mira al coinvolgimento di tutti gli attori sociali, con la convinzione che i problemi dei più fragili, riguardino tutti e non solo gli addetti ai lavori.
L’associazione “Il Mantello” esiste grazie alla collaborazione delle istituzioni, mondo no profit e dei numerosissimi cittadini e aziende che donano prodotti e servizi.
Eleonora Renda:
Ci faresti un esempio di realizzazione della vostra mission?
Giulia Fiore:
Un caso di mission riuscita che mi ricorderò sempre è stato quello di un signore di mezza età sposato e con una bimba piccola che aveva sia difficoltà economiche, poiché aveva perso il lavoro, ma aveva anche problemi familiari. Questo signore provava un senso di delusione, amarezza, sfiducia. Si sentiva inutile.
Quest’uomo, grazie al percorso all’emporio, è riuscito a trovare un lavoro a tempo indeterminato ed è riuscito anche a risolvere i problemi con la moglie. Quello che mi ha colpito più di tutto non sono state solo le cose concrete che ha potuto realizzare, ma il fatto che ci sia riuscito perché qualcuno ha creduto in lui e nelle sue potenzialità.
Eleonora Renda:
noi Studenti del Gruppo Studenti della Soka Gakkai riteniamo che per realizzare gli obiettivi legati alla P di Persone bisogna superare il pregiudizio, la paura e l’arroganza. Tu come ti relazioni con questi concetti/sentimenti?
Giulia Fiore:
Il primo passo è stato accettare che il pregiudizio, la paura e l’arroganza esistono anche dentro di me e, quindi, accoglierli senza giudicarmi.
Mi sono accorta che il pregiudizio e l’arroganza più grandi mi emergevano quando incontravo persone che, pur vivendo in difficoltà, non facevano niente per migliorare.
Per trasformare questo sentimento mi ha aiutata moltissimo approfondire cosa significhi essere a servizio degli altri. Quando senti che vuoi aiutare l’altro, c’è lui al centro di tutto, non io con il mio ego e le mie credenze. Sviluppare con consapevolezza questo concetto mi ha fatto sentire quanto sia importante il valore della libertà. Rispettare davvero l’altro ed essere lì per lui significa, in definitiva, rispettare profondamente la sua libertà.
Inoltre, da settembre, mi sono iscritta ad un corso di laurea specialistica. Alcuni corsi mi hanno fatto studiare in modo approfondito altre culture diverse dalla mia. La conoscenza è realmente un antidoto alla paura, all’arroganza ed ai pregiudizi che ne conseguono. Nel mio ambiente di lavoro cerco di condividere quello che provo e le mie esperienze, mossa dal desiderio stimolare la riflessione dei miei colleghi.
Eleonora Renda:
Hai sempre desiderato fare questo lavoro?
Giulia Fiore:
Mi sono laureata in sociologia perché ho sempre sentito che avrei voluto lavorare in ambito sociale per creare valore, ma non sapevo bene che forma avesse questo desiderio.
Dopo la laurea ho avuto esperienze lavorative, ma nessuna era quella giusta per me. Pensavo che non esistesse il posto giusto per me nel mondo. Poi un giorno, durante una profonda riflessione interiore ho sperimentato una determinazione chiara: la vita mi avrebbe supportata e il posto giusto per me si sarebbe manifestato.
Così venni a conoscenza dell’associazione “Il Mantello” e iniziai a fare volontariato. Dopo un po’ sentii la necessità di avere però anche un lavoro retribuito e lavorai molto per sviluppare (e mantenere) la fiducia necessaria a realizzare un’esperienza che fosse importante per la mia vita e che potesse incoraggiare i giovani ad inseguire i propri sogni ed ideali. Dopo poco tempo, mi offrirono una collaborazione pagata per coordinare l’emporio e a distanza due anni, oltre a mantenere quella collaborazione, ne ho accettata un’altra presso il Centro Servizi per il volontariato.
Eleonora Renda:
Se dovessi esprimere la rivoluzione umana che hai fatto con questi lavori in tre parole chiave, quali sarebbero?
Giulia Fiore:
Fiducia
Legami
Accoglienza
Eleonora Renda:
Hai un obiettivo legato all’Agenda2030?
Giulia Fiore:
Il mio obiettivo è che il sistema sociale diventi capace di modellarsi sulle differenze e specificità di ogni singolo individuo, valorizzandole. Dunque, il mio desiderio è che il sistema sociale diventi capace di riconoscere le risorse che ogni persona possiede.