Da vent’anni in volo per la pace

  • Autore dell'articolo: A cura di Chiara De Paoli, Segretaria Nazionale Gruppo giovani donne
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Da vent’anni in volo per la pace

A luglio 2002 usciva il primo numero de Il Volo Continuo.

A distanza di vent’anni e in questo difficile periodo storico, richiamiamo il significato della nostra rivista rinnovando la decisione di costruire un futuro di pace e sicurezza.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è un insegnamento rivoluzionario che spiega il legame tra la nostra esistenza individuale e la trasformazione sociale. La chiave per attivare questo legame consiste nell’autoriforma, quella che in termini buddisti è chiamata “rivoluzione umana”.

Leonardo Da Vinci — da cui trae ispirazione il titolo della nostra rivista — la definiva come la convinzione di “controllare la propria parte interiore” o “volontà di dominare se stessi” (cfr. Un Nuovo Umanesimo, Esperia, pp. 46-47). Cosa significa, però, “dominare se stessi”? L’umanesimo cosmico di cui era portatore Leonardo non si rifà ad atteggiamenti di sacrificio, repressione o tantomeno omologazione. Al contrario, individua una forza che — attraverso la scoperta del proprio potenziale unico — ci permette di allargare la nostra vita agli altri, sviluppando quell’indipendenza che si traduce in sguardo critico, leggerezza e apertura mentale1. Il Buddismo insegna che il cammino di maestro e discepolo è la via più veloce per sviluppare queste caratteristiche.

Nella Soka Gakkai, il 3 luglio è definito come il “giorno di maestro e discepolo”. Sempre nel mese di luglio si celebrano inoltre gli anniversari della fondazione dei Gruppi giovani uomini e giovani donne. Tale concomitanza indica che è prerogativa dei giovani ereditare direttamente il testimone del maestro. Stiamo parlando della missione di costruire — passo dopo passo — una società scevra di conflitti, violenza e ingiustizie poiché fondata sul rispetto per la dignità della vita. Farlo nostro ed ereditarlo, significa permettere a questo mandato di superare i confini della vita del maestro e di trasmettersi di persona in persona, per l’eternità.
Scrive Sensei: «Quando un discepolo supera il maestro, la grandezza del maestro brilla di una luce ancora più intensa. Il grande artista rinascimentale Leonardo da Vinci disse: “Solo un discepolo mediocre non supera il maestro”» (D. Ikeda, La Nuova Rivoluzione Umana, vol. 19, p. 167). E ancora:

Desidererei esortare i giovani, miei discepoli diretti, ad agire sempre in prima fila nel movimento di kosen rufu, a raggiungere l’apice di una vita vittoriosa, ad aspirare a essere i primi, nel lavoro come nelle attività della Soka Gakkai, sempre rimanendo fedeli a se stessi; a diventare comunque i primi in qualcosa, grazie alle infinite potenzialità di cui sono dotati i giovani. (…) Nel Gosho il Daishonin ci incoraggia sempre a eccellere, a superare i nostri predecessori. I veri discepoli superano le realizzazioni dei loro predecessori, si dedicano sempre a nuove imprese.

D. Ikeda, Maestro e discepolo, Esperia, pp. 170-171

Allo stesso modo, facendo nostro l’appello del maestro Ikeda — che nel messaggio per i vent’anni de Il Volo Continuo ci esorta a mirare al trentesimo anniversario della nostra rivista (1 luglio 2032) — stiamo ora inaugurando, a tutti gli effetti, il “primo mese dei prossimi dieci anni”. Rendiamolo una vera ripartenza, incidendo nel cuore e realizzando senza indugio la determinazione condivisa da Sensei:

Prego con tutto il cuore affinché i ragazzi e le ragazze del Gruppo giovani italiano, che rispetto e amo profondamente, possano spiccare un “volo continuo” nei cieli sconfinati della vittoria e della gloria, mentre affinano il loro “sguardo universale” come dei Leonardo da Vinci del ventunesimo secolo.

D. Ikeda, Il Nuovo Rinascimento, n. 764

NOTE

1- Scrive ancora Sensei: «Per Leonardo, quindi, il dominio di se stesso era il primo imperativo morale: la questione più importante di tutte le altre. Ritengo che chi esercita a pieno il controllo di sé possa adattarsi liberamente a qualunque realtà; l’atteggiamento verso i fatti della vita, di conseguenza, verso il bello e il brutto, il bene e il male, acquista un valore secondario» (D. Ikeda, Un Nuovo Umanesimo, Esperia, p. 44).