Il Rispetto – un valore aggiunto alla nostra vita

  • Autore dell'articolo: Chiara De Mastro
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La parola del 2024 per la Treccani è stata “rispetto”. La motivazione è legata all’estrema attualità e rilevanza sociale1. “Il rispetto – ha sottolineato Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani – deve aiutarci e farci riflettere sulla necessità di coesione sociale, con l’utilizzo di un linguaggio non offensivo”.2
Ci siamo mai chiesti cosa significa la parola rispetto? La sua origine latina, respicere, significa ‘guardare indietro’3, ‘guardare di nuovo’. Implica, quindi, un’attività di riflessione e riguarda la responsabilità verso i propri pensieri, così come verso le parole e le azioni.

Il rispetto secondo la visione buddista

Il Buddismo vede il rispetto non come una cieca prostrazione a qualcosa che sta al di sopra di noi, o come un sentimento che siamo forzati a sentire verso l’altro, quanto piuttosto una ricerca costante del riconoscimento della dignità della vita di ogni essere vivente.

“Il tempo in cui ora viviamo è definito l’Ultimo giorno della Legge, un’epoca di discordia e contese in cui tutto tende verso il conflitto. L’unico modo per opporre resistenza e contrastare le ondate violente di una tale epoca è avere una forte fede nella natura di Budda propria e degli altri, e ciò viene messo in pratica attraverso il rispetto che riusciamo a sentire per gli altri.” 

Ikeda D., Credere in noi stessi e negli altri, Buddismo e Società, 133, pag.11.

Il rispetto si rende visibile tramite le nostre azioni e, prima ancora, tramite i nostri pensieri e le nostre parole. 

Oggi più che mai, queste parole e pensieri viaggiano attraverso nuovi strumenti: le tecnologie digitali. In un certo senso, è proprio nel mondo virtuale che il rispetto viene messo alla prova, spesso in modo più sottile ma non meno rilevante. L’utilizzo dei social-media ha permesso a sempre più persone di condividere i propri giudizi e pensieri. Ciò sicuramente ci permette più libertà di espressione, ma siamo veramente sicuri di essere consapevoli delle conseguenze delle nostre parole online? Di essere coscienti di avere davanti un altro essere umano, che seppur può sembrarci così diverso da noi, ha la sua storia personale e le sue lotte quotidiane da affrontare? 

Una forma di amore verso noi stessi 

Parlare di rispetto, significa sensibilizzare contro la violenza delle parole, significa pensare a come le usiamo e per quale scopo. 

Il rispetto ha a che fare con il rispetto per la dignità della vita. “Nichiren lo descriveva con una metafora poetica, dicendo che quando ci inchiniamo davanti a uno specchio la figura nello specchio si inchina verso di noi”4 Non si tratta perciò di un arma su cui far valere sé stessi al di sopra degli altri, quanto piuttosto qualcosa che posso percepire dentro la mia vita e che solo così posso trasmettere, perché so che la mia esperienza ha valore quanto la tua e che va ascoltata, percepita e non giudicata. 

E’ proprio quando manchiamo di rispetto verso gli altri che stiamo mancando di rispetto prima di tutto a noi stessi e poniamo le basi per la nostra infelicità.

 “Dobbiamo costruire una società che ha un obiettivo più elevato del profitto a breve termine. Per fare questo, il primo passo consiste nel rispettare se stessi e vivere con dignità, fiducia e orgoglio in se stessi. E’ così che svilupperemo la capacità di trattare gli altri con rispetto”

Traduzione dal libro “L’espoir au quotidien, 365 citations pour s’épanouir jour après jour” di Daisaku Ikeda

Dalle differenze alla compassione 

Quanto spesso osservando i comportamenti o le vite degli altri che ci sembrano così diverse dalle nostre, siamo portati a giudicare? In realtà è un processo psicologico, mentale, che fa parte di ognuno e ognuna di noi. Per semplificare la realtà, categorizziamo e ci avviciniamo a ciò che più ci assomiglia, allontanandoci da quello che non ci sembra familiare. 

Essere consapevoli di questo è una grande spinta alla riflessione e al cambiamento. Ciascuno e ciascuna di noi infatti può aprire la propria mente, e farlo per un obiettivo ben preciso: vivere meglio con se stessi e saper interagire in armonia con l’ambiente che ci circonda, sviluppando una vera compassione e creando valore positivo nella società. “La compassione buddista (jihi) ha un significato ampio. Il carattere «ji» indica la vera amicizia, il puro amore dei genitori e la simpatia mentre «hi» contiene in sè l’idea di pietà e preoccupazione per le sofferenze altrui. Nel Buddismo «jihi» può essere dunque tradotto più fedelmente come «togliere sofferenza e dare felicità» ‬. Il concetto di «ji» – dare pace e sicurezza a tutti gli esseri viventi al mondo – assume il significato di «dare felicità» ‬ e «hi» quello di «togliere sofferenza a tutti gli esseri viventi»” 5.
Così come scrive Daisaku ikeda:

“Il rispetto reciproco delle differenze è la chiave per la crescita e il progresso. Infatti è perché siamo tutti diversi che possiamo imparare l’uno dall’altro, consentire ai nostri talenti di brillare e rivelare un potenziale persino maggiore di quanto ne manifesteremo se stessimo da soli.”

D. Ikeda, Il rispetto delle differenze, Buddismo e Società 146, pag. 65

L’unicità come valore 

Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma che il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno racchiudono ciascuno la suprema verità proprio così come sono, senza dover subire alcun cambiamento (cfr. BS, 124, 47).
Il Buddismo del Daishonin è un insegnamento che consente a ogni persona di esprimere pienamente le proprie uniche caratteristiche. Ciò che più conta è la felicità di ogni persona e la vittoria nella vita. Una persona che cambia il proprio karma, una persona che cresce come essere umano: questa è la base di tutto.”6
Quando il rispetto e la dignità della vita diventano la nostra guida, tutto il resto, incluse le nostre differenze come esseri umani, diventano solo un espediente per crescere e accrescere la nostra esistenza. 

Adesso potresti chiederti, come faccio a sentire tutto questo dentro la mia vita? Per me è possibile?

“Tutti noi possiamo accedere alla Buddità. Nichiren trova lo strumento per rendere concreta tale possibilità. Nel Gosho si legge: «Le pratiche di Sha­kya­mu­ni e le virtù che come conseguenza egli ottenne sono tutte contenute nei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Se noi crediamo in questi cinque caratteri, ci saranno garantiti naturalmente gli stessi benefici che come conseguenza egli ottenne» (L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, RSND, 1, 325;)“.

La dignità della vita – Il Nuovo Rinascimento

Sforziamoci quindi di sviluppare e trasmettere questo spirito nella nostra vita, perché potremmo scoprire di essere migliori di ciò che siamo e ritornare al senso più profondo della nostra esistenza come esseri umani: una coesistenza armoniosa e pacifica, in cui ognuno e ognuna possa sentirsi pienamente rispettato e brillare nel proprio unico modo. 

NOTE:
1Per Treccani rispetto è la parola del 2024: quali sono i neologismi più usati?
2“Rispetto”, parola dell’anno Treccani, tra le tracce della maturità – Treccani
3-  Rispetto – Significato ed etimologia – Ricerca – Treccani
4- Ikeda D., Credere in noi stessi e negli altri, Buddismo e Società, 133, pag.11.
5– cfr. La compassione buddista (jihi) – Il Nuovo Rinascimento
6– Ikeda D., La forza della diversità, Buddismo e società 146, pag. 65